In caso di emergenza Polizia 117 | Ambulanza 144

Sono testimone di violenza

Perché una sezione per le persone vicine?

Senti delle grida e dei pianti presso delle persone del tuo vicinato? Una persona che lavora con te sembra molestata dalle telefonate incessanti che riceve dalle persona con cui ha una relazione?  Trovi che una persona amica non tratti correttamente la persona con cui sta? Tuo cognato spaventa tua sorella rompendo oggetti dentro casa? Una paziente ti consulta con delle ferite sospette?

Cosa fare di fronte a una situazione di violenza?

Non è facile reagire quando si è testimoni o si sospetta una situazione di violenza nella coppia. Ci si sente spesso a disagio e impotenti. Non ci si vuole immischiare nella vita delle altre persone e si ha paura di non dire le cose giuste. Ma la violenza è distruttiva e la legge la proibisce. È molto importante aiutare le persone coinvolte a uscire dal silenzio. Questo sito ti permette di capire meglio questo fenomeno e ti aiuta ad affrontarlo.

Ascoltare le proprie emozioni

Nessuna persona resta insensibile alla violenza. Ogni persona reagirà secondo la sua sensibilità e il suo vissuto. Essere testimone di violenza scatena un misto di emozioni, talvolta contraddittorie: collera, rivolta, incomprensione, impotenza, senso di colpa, delusione, …
Non bisogna negare o rimproverare i propri sentimenti, ma ascoltarli e fare attenzione affinché non portino a dubitare, minimizzare, giudicare, drammatizzare la situazione, o ancora, a voler cambiare tutto al posto della persona che vorremmo aiutare.

Più spesso di quanto si pensa

Una donna su 5 subisce violenza fisica o sessuale dalla persona partner nel corso della vita. Due donne su 5 subiscono violenza psicologica. La violenza nelle relazioni di coppia colpisce le donne svizzere come quelle straniere, di ogni età e appartenenza sociale. Anche gli uomini sono coinvolti da questo fenomeno.

Non chiudere gli occhi

La violenza nelle relazioni di coppia è spesso alimentata dal silenzio e dal rifiuto di vedere l’evidenza.
Non osi parlarne? Hai paura di sbagliarti?

Ricordati che il tuo sostegno può essere determinante e non esitare a chiedere consiglio. Può bastare una parola, un gesto al momento giusto, per portare a un cambiamento in una situazione di violenza. Spesso conviene intervenire anche se non serve, piuttosto che aspettare che sia troppo tardi.

Chiedi consiglio sul nostro sito

Su violenzacosafare.ch puoi parlare della situazione di cui sei testimone e chiedere consiglio in modo anonimo o un’informazione a persone specializzate in questo ambito. Riceverai consigli competenti per sostenere la persona che ti è vicina nel modo più adeguato.

Ascoltare e sostenere una persona vittima di violenza

Una persona vittima di violenza nelle relazioni di coppia vive una situazione difficile e dolorosa. Ha paura, vergogna, e si sente sola. Potrà uscire dal silenzio se sente che è creduta e ascoltata senza giudizio.

Creare un’atmosfera propizia

Parlare di quello che vive, della sua sofferenza, non è facile per una persona che subisce violenza. È necessario mostrare disponibilità e stabilire una relazione di fiducia affinché possa parlarne.
Confidarsi e rivelare i fatti è spesso doloroso e quanto raccontato deve restare confidenziale se la vittima lo desidera.

È opportuno prendersi il tempo per ascoltare, in assenza della persona partner. In un contesto in cui non si rischia di farsi disturbare.

Osare chiedere

Spesso è necessario rompere il silenzio che circonda la violenza. Per affrontare il problema in modo graduale, si può parlare della relazione in generale, chiedere cosa si prova quando la coppia è in conflitto, o scoprire se la persona si è mai sentita in pericolo nella propria casa.

Affermazioni vaghe come "Ho problemi a casa" fanno parte della richiesta di aiuto di una persona che subisce violenza. Dovrebbero incoraggiarci a chiedere di più.

Ascoltare apertamente e con rispetto

La violenza sottopone le persone a un forte stress, persino a uno stato di shock. A volte la persona che ha subito violenza pare molto scossa e può comportarsi in modo sorprendente. Nella maggior parte dei casi, questo stato d'animo è la conseguenza della violenza subita piuttosto che la sua causa. Quando la vittima inizia a parlare, è importante accettare la sua storia e le sue emozioni così come vengono, senza giudicarle. Può essere molto emotiva o, al contrario, dare l’impressione di non provare nulla. I suoi sentimenti sono complessi e anche se a noi sembrano contraddittori, questo è perfettamente normale. È la situazione che sta vivendo che non è normale.

Le vittime devono essere prese sul serio e credute. La negazione, la banalizzazione o il dubbio sulla violenza subita possono causare molti danni.

Condannare la violenza

La violenza è grave. È vietata dalla legge. Qualunque siano le ragioni evocate, la violenza è ingiustificabile. Nessuna persona dovrebbe subire violenza. È necessario prendere sempre posizione contro l'uso della violenza, altrimenti è come se indirettamente la stessimo giustificando. Tuttavia, condannare gli atti di violenza non significa condannare completamente la persona che li agisce.

Definire le responsabilità

La vittima non è mai responsabile della violenza della persona partner. La persona che agisce violenza è l'unica responsabile delle sue azioni. Tuttavia, ha la responsabilità di prendere provvedimenti per garantire la propria sicurezza e quella delle figlie e dei figli, se necessario. Anche la persona violenta è responsabile del benessere e della sicurezza di figlie e figli.

Rispettare la libera scelta della vittima

Dobbiamo ricordarci che la vittima fa del suo meglio per sopravvivere in un ambiente ostile. Non sta a noi dirle quello che deve fare e neppure intraprendere delle procedure al suo posto. Si tratta invece di provare a capirla senza colpevolizzarla, di rispettare le sue scelte e di rinforzare la sua consapevolezza che la vita le appartiene.

Chiedere a delle persone specializzate

Se hai dubbi o domande in merito alla situazione di cui siete testimoni, puoi ricevere consigli di persone specializzare nell’aiuto alle vittime di violenza di coppia, qui su questo sito, anonimamente. Non esitare a farci le tue domande.

Rispondere ai bisogni di una persona vittima di violenza

Ricordiamoci che la maggior parte delle persone, con un po’ di sostegno, possono superare le difficoltà. Anche le vittime di violenza, malgrado le apparenze, hanno delle risorse e della capacità di resistere che le aiutano a sopravvivere. Non possiamo risolvere la loro situazione al posto loro. Ma possiamo, secondo i nostri mezzi, aiutarle a utilizzare le loro energie non più solo per resistere alla violenza ma per uscirne.


Una vittima di violenza ha bisogno di …

Sentirsi in sicurezza

La prima priorità è di assicurarsi della sicurezza della vittima e delle sue figlie e figli. Finché si sentirà in pericolo, non le sarà possibile concentrare la sua attenzione sulle soluzioni possibili.

Che fare?

- Puoi farle avere il piano di emergenza disponibile su questo sito
- Puoi chiamare la polizia in caso di pericolo
- Puoi proporre un alloggio o aiutare a trovare un alloggio al sicuro

Ricevere messaggi chiari

La vittima tende a minimizzare la sua situazione, a dirsi che non è poi così grave. Spesso scusa e difende la persona partner o si ritiene responsabile della violenza. Spera che se sarà lei a cambiare qualcosa, la persona violenta smetterà con i comportamenti violenti.

Cosa dire ?

- La violenza è grave, danneggia la salute e il benessere di figlie e figli
- Nessuna ragione giustifica l’uso della violenza
- La persona che agisce violenza è la sola responsabile dei suoi atti, sta a lei cambiare
- La persona violenta ha bisogno di sostegno esterno per fermare i comportamenti violenti

Conoscere i propri diritti

Gli atti di violenza sono reati puniti dalla legge. Tutte le lesioni dell’integrità della persona partner sono perseguibili, che siano fisiche, sessuali o psicologiche (insulti, minacce, …). In caso di violenza, la vittima ha dei diritti, tra cui quello di lasciare il domicilio comune e di portare con sé le figlie e i figli. La sezione «cosa dice la legge» fornisce le informazioni.

Cosa fare ?

- Dire che la violenza è vietata dalla legge
- Dire che la vittima ha dei diritti (tra cui quello di lasciare il domicilio comune)
- Dare l’indirizzo del centro LAV che aiuta tutte le persone vittime di reati, anche senza permesso di soggiorno valido, oppure dare l’indirizzo di un centro di accoglienza per persone vittime di violenza nella propria regione

Uscire dall’isolamento

Sotto la pressione della persona partner oppure perché vuole nascondere la sua situazione, la vittima si allontana un po’ alla volta dalla famiglia, dalle amicizie. La sua cerchia di conoscenti è infastidita o teme rappresaglie, non sa cosa fare. Questo isolamento è molto pericoloso perché la perdita di punti di riferimento esterni favorisce il condizionamento e la manipolazione della persona partner. La vittima si sente in trappola nella relazione, priva di possibilità per far evolvere la situazione. Ha l’impressione che nessuna persona la capisca e si sente sola.

Cosa fare ?

- Chiamare per avere sue notizie, incoraggiarla a parlare
- Essere disponibile per la persona vittima, proporle di vedervi, senza la presenza della persona partner
- Dirle che non è sola, che può essere aiutata (e sarà più ricettiva a questo messaggio a seguito di un episodio di violenza)
- Parlarle di violenzacosafare.ch affinché possa confidarsi anonimamente con persone specializzate
- Darle indirizzi di servizi di aiuto
- Incoraggiarla a vedere familiari e conoscenti per essere meno isolata

Andare al proprio ritmo, secondo i propri bisogni

Noi possiamo informare la vittima delle alternative alla violenza e discutere con lei delle opzioni possibili. È necessario poi lasciarle tempo, non spingerla a fare nulla. La vittima deve identificare i suoi bisogni per riprendere il controllo sulla sua vita. Ha bisogno di poter contare su una presenza rispettosa delle sue scelte e del suo ritmo.
I movimenti di avvicinamento e allontanamento dalla persona partner possono sconcertare, ma fanno parte del processo.

Cosa fare ?

- Non dirle di dimenticare o di passare ad altro
- Aiutarla a identificare i suoi bisogni
- Ricordatele che non potete sapere meglio di lei di cosa ha bisogno
- Dare prova di pazienza
- Continuare a sostenerla anche se è appena tornata dalla persona che agisce violenza
- Non pensare che hai provato tutto e che non lascerà mai la persona violenta

Conservare delle prove

Anche se la persona vittima non sta considerando di denunciare la persona partner alla giustizia, potrebbe cambiare idea in seguito. Conservare prove potrà allora esserle utile.

Cosa consigliarle ?

- Segnalare precisamente i fatti di violenza, comprese le minacce, e datarle.
- Chiedere un attestato medico completo che descriva le lesioni fisiche e lo stato psichico della vittima.
- Fotografare, nella misura del possibile, le conseguenze degli atti di violenza (ematomi, ferite, danni materiali, tracce di sangue, …).
- Conservare le prove materiali, come gli abiti stracciati o macchiati, i messaggi, gli audio o gli screenshot delle chat.

Consigliare una persona vittima di violenza

La cerchia di conoscenti ha un ruolo essenziale per aiutare le vittime di violenza a uscire dal silenzio e dall’isolamento. Ma ha anche i suoi limiti e non può affrontare tutto.


Esiste una rete di figure professionali specializzate che porta sostegno alle vittime. È opportuno incoraggiare la persona a consultare questi servizi che potranno aiutarla a fare il punto sulla sua situazione e sui migliori mezzi per proteggersi e per proteggere anche eventuali figlie e figli.

Consigli specializzati

I servizi specializzati - centri di accoglienza per persone vittime di violenza e centri LAV- aiutano tutte le vittime, anche se non hanno risorse o un permesso di soggiorno valido. Offrono informazioni giuridiche, un sostegno sociale e psicologico e un aiuto per intraprendere eventuali procedure. I centri LAV possono anche fornire un aiuto finanziario urgente.

Alloggio

Secondo la loro situazione, le persone vittime di violenza insieme con le figlie e i figli, possono beneficiare di un alloggio d’urgenza, protetto, nei centri di accoglienza specializzati per la violenza nelle relazioni di coppia (Solidarité Femmes a Ginevra, Neuchâtel e Friburgo, Centro d’accoglienza MalleyPrairie a Losanna). Questi centri accolgono solo donne vittime di violenza nella relazione di coppia, con o senza figlie e figli. Anche altri foyers sociali possono offrire accoglienza, così come accolgono anche altre persone che vivono altri tipi di situazioni di crisi. Se la gestione di questi luoghi dove soggiornare può variare molto, offrono tutti un periodo di tregua e di ritiro, per permettere alle persone vittima di riflettere alla loro situazione e alle alternative alla violenza.

Polizia

In caso di episodi violenti, non bisogna esitare a richiedere l’intervento della polizia al numero di telefono 117. Per altro, in seguito alle disposizioni legali entrate in vigore nel 2004, la maggior parte delle violenze nelle relazioni di coppia sono perseguite d’ufficio.

Se vuoi segnalare il caso di cui sei a conoscenza, è meglio parlarne prima alla vittima (in particolare ogni professionista deve prima farsi svincolare dal segreto professionale a meno che non sia in pericolo la sicurezza di minorenni). La vittima può fare una segnalazione direttamente presso la polizia e denunciare la violenza.

Giustizia: centri LAV e rappresentanza legale

I centri LAV possono offrire qualche ora di consulenza giuridica gratuita alle persone vittime di reati penali e aiutano ogni persona priva di risorse finanziarie (svizzera, migrante o priva di documenti) a riempire i documenti per chiedere un’assistenza giuridica gratuita. La persona che fa da rappresentante legale potrà poi aiutare la vittima a redigere una denuncia penale, una domanda di misure di protezione dell’unione coniugale, di separazione o di divorzio. La vittima potrà così essere accompagnata durante tutte le procedure legali.

Salute: urgenze e cure mediche

Le conseguenze della violenza sulla salute globale delle persone sono sempre meglio riconosciute e trattate. La rete sanitaria offre le cure e una presa a carico alle vittime. Il personale medico può anche fare un attestato medico dopo un episodio di violenza (fisica, sessuale o psichica). Sarà più facile riconoscere la violenza in una procedura giuridica se è attestata da una persona dell’ambito medico. Per prudenza, l’attestato medico può anche restare nella cartella medica della vittima.

Servizi sociali

I servizi sociali regionali possono procurare un aiuto finanziario o amministrativo alle persone che ne hanno bisogno, le quali possono anche chiedere delle indennità di disoccupazione all’ufficio di collocamento della loro regione. Questa procedura è possibile anche se non hanno versato contributi all’assicurazione disoccupazione. Le sole condizioni sono l’idoneità al collocamento (che implica in particolare di avere a disposizione una soluzione per eventuali bambine e bambini minori) e di ricercare attivamente un impiego. Gli uffici regionali di collocamento preparano anche le persone a ritrovare un lavoro e possono proporre formazioni complementari.

Servizi di protezione per minori

Questi servizi mirano a proteggere gli interessi di giovani e infanzia. Su mandato della giustizia, possono organizzare i diritti di visita o di custodia in attesa della decisione ufficiale o dopo di essa.

Consulenze di coppia incentrate sulla violenza

Alcuni servizi propongono delle consulenze di coppia incentrate sulla violenza. Queste consulenze hanno l’obiettivo di trattare le diverse forme di violenza e di porvi fine. Necessitano l’adesione di entrambe le persone partner.

Terapia di coppia e/o mediazione

A condizione che non ci sia più violenza, le persone partner possono valutare una terapia di coppia o una consulenza di coppia. Tuttavia una nuova minaccia o aggressione deve portare la vittima a interrompere la procedura. Sotto l’effetto della paura, non potrà più esprimersi liberamente o far valere il suo punto di vista.

Se la vittima è una persona che proviene dalla migrazione

Attenzione, alcune persone che provengono da un percorso migratorio e beneficiano di un permesso diverso dal permesso di domicilio (permesso C) corrono il rischio di perdere il loro diritto di soggiornare in Svizzera se si separano o divorziano. Dovrebbero quindi sistematicamente farsi consigliare presso un servizio di aiuto giuridico specializzato che sarà in grado di dare informazioni e accompagnarle nelle procedure.

Responsabilizzare la persona che agisce violenza

Anche se generalmente non lo ammette, la persona che agisce violenza è la sola responsabile dei propri atti. Deve prenderne coscienza e realizzare la gravità delle conseguenze della violenza sull’altra persona partner e su eventuali figlie e figli.

Incoraggiare a parlare

Parlare solleva e permette di cercare un’uscita dalla violenza. Se la persona non vuole aprirsi e parlarne con te, puoi indicarle che può porre le sue domande in modo anonimo su questo sito. Una persona specializzata sulle situazioni di violenza nella coppia le risponderà entro 3 giorni lavorativi.

Ascoltare senza colpevolizzare

La persona che ha comportamenti violenti può sentire un vero e doloroso senso di colpa. Non riuscendo a uscire dalla spirale della violenza, la sua stima di sé ne sarà ugualmente danneggiata. È necessario che la persona possa esprimere questa sofferenza, anche se non scusa in alcun modo la violenza.

- Ricordale che la violenza non è una perdita di controllo, ma un modo per prendere il controllo
- Mostrale che ci sono altri modi per esprimere la rabbia o le frustrazioni
- Non lasciare che usi il suo dolore per giustificare o scusare la sua violenza
- Ditele che l’altra persona partner deve poter vivere con dignità e merita rispetto e stima

La violenza non è mai una soluzione

Abbi un discorso fermo e intransigente sulla violenza. La persona che agisce violenza deve sentire che l’uso della violenza non è mai giustificabile, e che non risolve alcun problema, al contrario.

- Anche se non ammette gli atti di violenza, condannali
- Dille che non ci sono scuse per il ricorso alla violenza
- Ricordale che in altre situazioni è in grado di risolvere i conflitti senza agire violenza
- Confermale che la violenza danneggia il futuro delle figlie e dei figli, anche se non assistono direttamente agli episodi di violenza.

Restare accanto

Di fronte alla violenza, le persone conoscenti sono a disagio, impotenti e tendono ad allontanarsi. Ma quanto più la persona che agisce violenza si ritrova isolata, tanto più si limiterà a mantenere ad agire violenza tra le sue mura domestiche.

- Telefona e chiedile come sta
- Proponile di vedervi, fuori di casa
- Dille che ci sei, che sei disponibile per lei

La violenza ha conseguenze gravi

Anche se non vengono dati colpi e pugni, la violenza in una coppia rende fragile e fa soffrire le persone partner ed eventuali figlie e figli. Un aiuto esterno è generalmente necessario per ogni persona della famiglia. La persona che agisce violenza si allontana un po’ dalle persone vicine e da sé stessa ad ogni atto di violenza. Deve capire la gravità e le conseguenze dei propri atti.

Cosa fare?

- Informate la persona che agisce violenza delle sofferenze che provoca la violenza su di sé e sulle persone vicine
- Incoraggiatela a farsi aiutare, per porre fine alle violenza verso l’altra persona partner
- Datele gli indirizzi dei servizi che potranno accompagnarla fuori dalla violenza

Orientare una persona che agisce violenza

La persona che aggredisce l’altra persona partner può ricevere un sostegno per uscire dalla violenza. Ci sono servizi specializzati che insegnano a riconoscere la rabbia e a gestirla prima che esploda e diventi violenza. Chiedere aiuto richiede coraggio ma fare questo passo porta a sollievo e a cambiamenti significativi. È importante incoraggiare la persona violenta a consultarli.

Fermare gli atti di violenza

Il primo obiettivo dei servizi per una persona che agisce violenza è quello di aiutarla a fermare il meccanismo della violenza. La priorità è la messa in sicurezza delle persone vittime e la fine delle violenze fisiche.
Tuttavia, anche le altre forme di violenza sono affrontate: psicologica, economica e sessuale.

Le competenze sviluppate nei servizi per le persone che agiscono violenza permettono di diminuire le tensioni durante i conflitti e di trovare altre vie per risolverli senza la violenza. L’obiettivo è quindi di sviluppare un rapporto paritario tra partner. È posta un’attenzione particolare anche sulla relazione genitoriale verso figlie e figli.

Non restare più in solitudine

I servizi specializzati permettono alla persona che agisce violenza di vedere che non è sola con questo tipo di difficoltà. Il lavoro di gruppo, in particolare, le permette di beneficiare dell’esperienza di persone che hanno già trovato delle alternative alla violenza. La loro testimonianza la rassicura nella speranza che è possibile uscire dalla violenza.

Il prima possibile è meglio

Purtroppo, le persone violente chiedono spesso aiuto all’ultimo momento. Molte si decidono solo quando proprio non hanno più altra scelta: la persona partner ha preso la decisione di partire, ha già avviato una procedura di separazione o sporto denuncia.
A volte è il rischio di non vedere più i figli o le figlie che le spinge a decidersi.

Terapia di coppia e/o mediazione

I servizi per persone che agiscono violenza non fanno terapia di coppia o consulenza di coppia. Per intraprendere questa strada, è necessario che prima la persona che agisce violenza abbia smesso i suoi comportamenti violenti. Ogni nuova aggressione o minaccia annulla questo percorso.
Sotto l’effetto della paura, la vittima non potrebbe più esprimersi liberamente o far valere il suo punto di vista.

Consulenze di coppia incentrare sulla violenza

Alcuni servizi propongono anche delle consulenze di coppia incentrate sulla violenza. Queste consulenze hanno l’obiettivo di affrontare le diverse forme di violenza e di porvi fine. Necessitano dell’adesione delle due persone partner.

Documentazione per le persone professioniste

Ad utilizzo di figure professionali di ogni ambito

- Dépistage, soutien et orientation des personnes victimes:
Protocole d'intervention "DOTIP" (édition vaudoise, 2017)
- Dépistage, soutien et orientation des personnes victimes:
Protocole d'intervention "DOTIP" (édition fribourgeoise, 2018)
- Dépistage, soutien et orientation des personnes victimes:
Protocole d'intervention "DOTIP" (édition jurassienne, 2007)

Per i professionisti della sanità

- Dépistage, soutien et orientation des personnes victimes:
- Protocole d'intervention "DOTIP" (édition jurassienne, 2004)
- Exemple de constat de coups et blessures
Gillioz, L., et al., Voir et Agir. Responsabilité des professionnel·le·s de la santé en matière de violence à l'égard des femmes. Médecine et Hygiène, 2003, Genève.

All’attenzione delle imprese

Répondre aux violences faites aux femmes – Guide pour les entreprises (Fondation FACE, 2016)
http://www.fondationface.org/wp-content/uploads/Guide_A5_Face_FR.pdf